“Piovve per quattro anni, undici mesi e due giorni. Ci furono epoche di pioviscolo durante le quali tutti si imposero i loro vestiti di pontificale e si composero una faccia di convalescente per festeggiare la spiovuta, ma ben presto si abituarono a interpretare le pause come annunci di rincrudimento. Si disselciava il cielo con tempeste di strepito, e il nord mandava uragani che sguarnirono tetti e sfondarono pareti, e sradicarono le ultime ceppate delle piantagioni. Come era successo durante la peste dell’insonnia, che Ursula si trovò a ricordare proprio in quei giorni, la calamità andava ispirando difese contro il tedio”. – Cent’anni di solitudine – Gabriel García Márquez
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