Qualcuno era scout perché abitava vicino alla chiesa.
Qualcuno era scout perché lo zio, il padre, i cugini erano scout.
Qualcuno era scout perché la mamma lo obbligava ad andare a riunione.
Qualcuno era scout perché cercava …le “situazioni”.
Qualcuno era scout perché l’avventura lo affascinava.
Qualcuno era scout perché dormire sotto il cielo stellato non ha prezzo.
Qualcuno era scout perché amava la natura.
Qualcuno era scout perché era timido e la mamma voleva che si aprisse agli altri.
Qualcuno era scout perché …il fascino dell’uniforme!
Qualcuno era scout anche se c’era l’uniforme.
Qualcuno era scout perché il compagno di banco era scout.
Qualcuno era scout perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo.
Qualcuno era scout per essere indipendente dai genitori.
Qualcuno era scout perché l’ACR non fa per lui.
Qualcuno era scout per condividere con gli altri esperienze, emozioni, fede.
Qualcuno era scout perché ne valeva la pena.
In questi giorni mi è capitato di ritrovare tra i vecchi file del mio Mac questo giornalino, realizzato nell’estate del 2011 dalle guide e dagli esploratori del mio reparto al termine di un meraviglioso ed indimenticabile campo estivo, ed in particolare mi ha colpito rileggere queste parole scritte dalla caporedattrice del giornalino.