E si riparte per un altro viaggio, sono ancora nel pullman per andare all’aeroporto e già la testa di alleggerisce e tutti i casini di questo giorni passano un po’ in secondo piano.
Perché per me questo significa il viaggio, significa vedere luoghi e persone, ma anche poter guardare la persona che mi risulta più difficile capire, me stesso, poter riflettere e staccare un momento per ridare la giusta dimensione a tutto quello che sta succedendo.
Quando viaggio non sto raggiungendo un obiettivo, ma sto fissando un nuovo punto di partenza per tutto ciò che verrà. Perciò per questa volta niente foto, perché non posso fotografare quelli che sarà nel mio futuro, almeno non ancora.
Al mio ritorno, con tante (spero) foto di Londra.
Ciao
Categoria: About me
Emigrare
Si avvicina il Natale, il secondo qui a Praga. Un’anno fa ancora non pensavo che sarei rimasto qui così a lungo.
Una delle prime cose che ho dovuto abbandonare sono state le attività con il mio gruppo Scout, l’Avellino 1°. Non è stato facile lasciare quel mondo che aveva segnato oltre metà della mia vita, ma era giunto il momento di fare delle scelte, e poi, in fondo, quando sono partito, dovevano essere cinque mesi e basta. Eppure dopo un’anno e 4 mesi eccomi ancora qui a Praga, a oltre 1000 Km da casa, dagli amici, dai miei ragazzi del gruppo Scout, insomma dalla mia vita.
Qualcuno, un po’ tempo fa mi ha accusato di aver fatto la scelta più facile, quella di andarmene invece di restare ad Avellino e cercare di costruire qualcosa nella mia terra. Evidentemente non sa cosa vuol dire emigrare e in queste giornate natalizie, e dopo averlo provato fino in fondo non più tardi di un paio di settimane proverò a spiegarglielo.
A premise: since this post is dedicated to all the people ho I met during my (few) travel, it will be written in English and not in Italian as usual. An Italian translation can be found at the end of the post. (Una premessa: poiché questo post è dedicato a tutte le persone che ho conosciuto lungo i miei (pochi) viaggi asrà scritto in Inglese e non in Italiano come di consueto. Una traduzione in Italiano sarà comunque disponibile al termine dell’articolo)
Io sono Scout
Qualcuno era scout perché abitava vicino alla chiesa.
Qualcuno era scout perché lo zio, il padre, i cugini erano scout.
Qualcuno era scout perché la mamma lo obbligava ad andare a riunione.
Qualcuno era scout perché cercava …le “situazioni”.
Qualcuno era scout perché l’avventura lo affascinava.
Qualcuno era scout perché dormire sotto il cielo stellato non ha prezzo.
Qualcuno era scout perché amava la natura.
Qualcuno era scout perché era timido e la mamma voleva che si aprisse agli altri.
Qualcuno era scout perché …il fascino dell’uniforme!
Qualcuno era scout anche se c’era l’uniforme.
Qualcuno era scout perché il compagno di banco era scout.
Qualcuno era scout perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo.
Qualcuno era scout per essere indipendente dai genitori.
Qualcuno era scout perché l’ACR non fa per lui.
Qualcuno era scout per condividere con gli altri esperienze, emozioni, fede.
Qualcuno era scout perché ne valeva la pena.
In questi giorni mi è capitato di ritrovare tra i vecchi file del mio Mac questo giornalino, realizzato nell’estate del 2011 dalle guide e dagli esploratori del mio reparto al termine di un meraviglioso ed indimenticabile campo estivo, ed in particolare mi ha colpito rileggere queste parole scritte dalla caporedattrice del giornalino.