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La mia città

Sono le 3:40 di una domenica mattina/sabato notte e sto sorseggiando una menta per riscaldarmi dopo essere rientrato da da un party erasmus in uno dei più grandi locali della città con i miei amici (spero non si offendano se voglio iniziare a considerarli non solo colleghi di lavoro) e, nella luce soffusa della mia lampada da comodino,  ho deciso che è il momento giusto per scrivere un bel post.

Chi mi conosce da un po’ di tempo noterà molte stranezze nella frase precedente (praticamente l’unica cosa normale è il sorseggiare una tazza di menta), ma anche questo fa parte della magia della mia città, sto parlando ovviamente di Praga, di cui da qualche giorno sono ufficialmente residente.

Nevica ormai quasi ininterrottamente (escluse poche ore nel pomeriggio di sabato) da venerdì pomeriggio e la città è coperta da una soffice coltre di neve, che rende ogni luogo, anche quelli visitati più volte, da riscoprire, come se con la neve la città cambiasse anche conformazione, o forse è semplicemente il fatto che dovendo camminare con molta attenzione, e quindi anche con più lentezza per non scivolare, si finisce con il notare particolari che prima non si notavano.

Con le precedenti nevicate mi ero fatto prendere dalla pigrizia e in un modo o nell’altro avevo sempre fatto in modo che la neve si sciogliesse ed io non avessi visto altro che il tragitto che da casa porta al lavoro, perdendo un intero modo affascinate che si trovava intorno.

Questa volta, ho battuto io la mia pigrizia e prendendo la metropolitana ho cercato di raggiungere la fortezza di Višehrad che la leggenda vuole essere il primo insediamento da cui poi ha avuto origine la città di praga, ma una volta raggiunto il parco ho capito che con la neve che continuava a cadere, per quanto apparisse un luogo degno di una favola, c’era poco da vedere.

Allora mi sono diretto di nuovo alla metropolitana e sono andato direttamente al Ponte Carlo che con la neve diventa ancor più fiabesco, con il castello che si intravede oltre i fiocchi di neve che cadono (data la mia scarsa abilità di fotografo vi dovete affidare solo alle mie parole, le foto non rendono merito allo spettacolo che ho visto).

Di li tramite i vicoli, oramai imparati a memoria sono arrivato alla piazza dell’orologio astronomico, simbolo di Praga. Per la prima volta in 6 mesi ero deciso ad affrontare gli scalini (sicuramente innumerevoli), per salire sulla torre dell’orologio e scattare qualche bel panorama, il tutto per scoprire che la torre è dotata di un comodo ascensore che mi ha condotto sino in cima.

Dopo le foto del panorama della città dai quattro angoli della torre, ho finalmente preso la strada di casa dove dopo un the di riscaldamento ed un parco pasto, mi sono preparato per la serata in discoteca, ma quest è un’altra storia, che forse mai racconterò.

Ed ora credo che sia giunto il momento di godersi le foto 🙂